L’artista Spinosa si racconta: “La tradizione napoletana, per me fonte d’ispirazione”
L’arte moderna è decisamente affascinante. Se poi l’arte incontra la cultura napoletana, si entra in una dimensione davvero onirica. Fatta questa premessa, l’area vesuviana è piena di talenti e su tutti, spicca la dote artistica di Massimiliano Spinosa.
Non di rado vi sarà capitato di vedere quadri bidimensionali, quasi a squarciare la regolarità delle linee fino a divenire dei veri e propri lavori particolari. Sculture colorate e decisamente uniche, come unico è colui che le firma. Abbiamo così deciso di rivolgere qualche domanda all’artista Massimiliano Spinosa.
Ci racconti come nasce il tuo lavoro e quali sono i tuoi punti di forza dal punto di vista artistico?
Il mio lavoro è nato per caso. Ero in giro per l’Italia con il mio precedente lavoro quando all’improvviso, nell’albergo in cui dovevo soggiornare, vedo delle realizzazioni che mi colpirono tanto a tal punto che dopo una settimana, rientrato a casa e provai a fare qualcosa di simile. Il risultato, almeno per me, fu emozionante. Da quel momento decisi di incrementare il livello di personalizzazione utilizzando un elemento chiamata resina. Mi attivati per scoprire quale fosse l’azienda che in Italia facesse da leader in questo settore e dopo qualche giorno mi presentai nella loro sede di Rozzano.
Chiesi loro d’insegnarmi l’uso di questo materiale, a me sconosciuto, ma che avevo intuito, poteva offrirmi una grande opportunità artistica. I miei punti di forza che forse rappresentano anche un limite, sono l’assenza di un percorso artistico accademico. Liceo artistico, accademia o università in ambito artistico, l’assenza di queste “contaminazioni” forse consentono alla mia fantasia di viaggiare e proporre cose che per quelli del mestiere forse non avrebbero senso.
Una particolarità della tua arte risiede proprio nella tradizione più profonda partenopea. Come mai?
Spesso mi ispiro alla tradizione napoletana, ma del resto non farlo sarebbe un’offesa a questa terra che per me rappresenta la culla di moltissime opportunità creative. Dal paesaggio, alle tante leggende scaramantiche o ai personaggi icone che da soli fanno da elementi di ispirazione.
Ad esempio Maradona, Pino Daniele, Massimo Troisi, Totò sicuramente San Gennaro, rappresentano per me, come per tanti napoletani, un simbolo a cui affidarsi per affrontare le giornate.
Tra i protagonisti del San Gennaro Day, hai partecipato con una tua opera. Cosa ha rappresentato per te San Gennaro e spiegaci come lo hai realizzato e se c’è anche un aspetto spirituale dietro.
San Gennaro è, a mio avviso, non solo il protettore della città per quelli profondamente religiosi ma anche per coloro che non sono credenti. Rappresenta quel simbolo a cui chiedere una mano affinché tutto vada per il meglio. Il San Gennaro da me realizzato per il premio del San Gennaro Day è un opera realizzata in resina colata direttamente su una lamiera metallica, una tecnica che utilizzo spesso per le mie realizzazioni artistiche. Personalizzo poi il San Gennaro con il numero 18 che nella smorfia napoletana rappresenta il sangue. Un elemento che, come tutti sanno, ha un significato importantissimo per tutti i napoletani.