BENEDETTO CROCE: 155 ANNI DALLA SUA NASCITA, NAPOLI NON DIMENTICA L’UOMO E IL FILOSOFO
TRA SOFFERENZA E RINASCITA
“La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla”. Filosofo, storico, scrittore, ideologo, insomma, Benedetto Croce è stata una delle personalità più importanti tra l’800 e il ‘900 italiano. Nacque a Pescasseroli, in provincia dell’Aquila ed apparteneva a due famiglie importanti abruzzesi. Il giovane Croce, all’età di 17 anni, perse i suoi genitori, Pasquale Croce, Luisa Spinari e la sorella Maria nel terremoto di Casamicciola, nell’isola d’Ischia. Lo stesso Benedetto Croce rimase sepolto ore sotto le macerie prima di essere salvato. Furono anni durissimi che affrontò assieme al fratello superstite Alfonso.
UN GIOVANE CROCE VUOLE NAPOLI
Del giovane Croce se ne prese cura il cugino Silvio Spaventa, figlio della prozia Maria Anna Croce e fratello del filosofo Bertrando Spaventa che lo accolse a Roma. Da quel momento Benedetto Croce frequentò tanti uomini politici ed intellettuali tra cui Labriola che lo avvicinò al marxismo. Ma decise di lasciare Roma per fare ritorno a Napoli, nel 1886. Qui fondò la Società dei Nove Musi nel 1890, un circolo di intellettuali.
L’UOMO E IL FILOSOFO CHE NAPOLI HA ADOTTATO
Benedetto Croce ha dato un contributo immenso alla storia della nostra nazione, sotto ogni punto di vista. Ha dato tanto a Napoli così come la città è stata senz’altro grande ispiratrice dei suoi pensieri. Difatti sono numerosi i suoi scritti che vedono protagonista Napoli come “Storie e leggende napoletane” oppure “Storia del Regno di Napoli”. In occasione del suo 155esimo compleanno vogliamo ricordare l’uomo e il filosofo che Napoli ha adottato e amato.